Ipparco di Nicea

Ipparco nato a Nicea in Turchia nel 200 a.C. è un astronomo e geografo greco.

La città di Nicea era luogo di cultura, qui Ipparco iniziò ad istruirsi, per continuare poi a Rodi, dove svolse quasi tutte le osservazioni astronomiche.

E’ ritenuto il fondatore della scienza astronomica, in generale come il più grande astronomo osservativo greco, per alcuni addirittura il principale astronomo dei tempi antichi; viceversa Cicerone preferiva Aristarco di Samo e altri sostenevano che il migliore fosse Tolomeo.

Non si conosce molto della vita e delle opere di Ipparco, quello che è rimasto è contenuto nell’Almagesto di Tolomeo, e Pappo che lo cita nel suo commentario all’Almagesto.

Una pagina dell’Almagesto di Tolomeo.
Fonte: Di Claudio Tolomeo – photograph of 1451 book, Pubblico dominio, https://commons.wikimedia.org/w/index.php?curid=306742

Tolomeo gli attribuisce osservazioni dal 147 al 127 a.C..
Ricerche successive sugli studi di Ipparco gli attribuiscono osservazioni precedenti a far data dal 162 a.C.; si sa inoltre che aveva conoscenze e nozioni provenienti da Alessandria d’Egitto e da Babilonia, ma probabilmente in questi luoghi non ci andò mai.

E’ il primo a creare un sistema attendibile per prevedere le eclissi solari e lunari; ci riuscì tramite i suoi studi sui moti del Sole e della Luna e per le sue notevoli conoscenze di trigonometria della quale è stato riconosciuto il fondatore; ha inoltre stilato la prima tavola trigonometrica per risolvere qualsiasi triangolo.

La tavola trigonometrica
(angoli da 0° a 20°).

Tra i suoi risultati vi sono l’individuazione della precessione degli equinozi, il cui metodo è descritto nell’Almagesto di Tolomeo, la stesura del catalogo stellare e l’invenzione dell’astrolabio, quest’ultimo già abbozzato e proposto da Apollonio e successivamente perfezionato da Tolomeo tanto che diventò il principale strumento di navigazione.

L’astrolabio.
Fonte: Di Pearson Scott Foresman – Archives of Pearson Scott Foresman, donated to the Wikimedia FoundationQuesto file è stato ricavato da un’altra immagine : PSF A-50010.png, Pubblico dominio, https://commons.wikimedia.org/w/index.php?curid=2572104

Ipparco è stato un importante geografo.
Ha confrontato gli studi di Seleuco di Seleucia sulle maree del Mare arabico con le maree delle coste atlantiche di Spagna e Francia, arrivando a ipotizzare che c’era un continente tra l’oceano Indiano e l’oceano Atlantico.
La dedizione di Ipparco lo ha portato a supporre l’esistenza del continente americano, quasi 600 anni prima della sua scoperta.

Nel catalogo stellare Ipparco registrò 850 stelle, annotando le posizioni di ognuna per mezzo del sistema di coordinate sulla sfera celeste.

Si dice che tutto il catalogo stellare di Ipparco sia andato perso.
Una recente ipotesi apre nuovi scenari: l’astrofisico statunitense Schaefer, nel 2005, riprendendo un’ipotesi del 1898, ha studiato la struttura delle costellazioni sul globo dell’Atlante Farnese.

La statua romana di Atlante (sec II d.C.).
Già nella Collezione Farnese, oggi al Museo Archeologico Nazionale di Napoli. Autore foto: Roberto De Martino.
Di Dr.Conati – Opera propria, Pubblico dominio, https://commons.wikimedia.org/w/index.php?curid=4379815

L’Atlante Farnese è una scultura ellenistica in marmo, alta 185 cm, risalente al II secolo d.C., custodita nel Museo Archeologico Nazionale di Napoli; si tratta certamente di una copia dell’originale.
La scultura raffigura Atlante affaticato nel reggere il globo celeste sulle sue spalle; il globo celeste è particolare perchè è visto dall’esterno, quindi con le costellazioni capovolte rispetto alle raffigurazioni più comuni, e si vede come esse siano geocentriche.

Schaefer ha ricostruito la posizione delle costellazioni nel cielo osservato da Ipparco intorno al 129 a.C.: il risultato ha evidenziato un’eccellente coincidenza tra le osservazioni astronomiche moderne e le posizioni scolpite sull’Atlante Farnese.
Questo porta a confermare le solide basi su cui è posta la tesi: il catalogo perduto di Ipparco è riportato sull’Atlante Farense, e lo scultore si è servito proprio del catalogo per creare l’opera.

La statua romana di Atlante (sec II d.C.).
By Sailko – Own work, CC BY 3.0, https://commons.wikimedia.org/w/index.php?curid=30939279

Un metodo simile è stato utilizzato per dimostrare che il catalogo di Tolomeo è ricavato da quello di Ipparco, costituito due secoli e mezzo prima.
Il metodo è semplice: le stelle visibili da Alessandria d’Egitto (luogo in cui osservava Tolomeo) dovrebbero essere più numerose di quelle visibili da Rodi (luogo da cui osservava Ipparco) ma il catalogo contiene 58 stelle di meno.

Claudio Tolomeo.

Spunti di riflessione

Attribuire ad Ipparco la paternità della scienza astronomica e della trigonometria è forse esagerato.
Diversi matematici e scienziati prima di lui hanno tentato ipotesi, studi e soluzioni a problemi connessi all’osservazione del cielo, delle stelle e dei pianeti.
E’ più bello pensare che Ipparco sia stato tra i più geniali e prolifici, ma non il sommo.
Come per tutte le scienze, anche la matematica è diventata grande e autorevole grazie all’apporto di molti, sebbene ciascuno più o meno geniale, risoluto e illuminato.


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