
Eratostene di Cirene (attuale Libia), nato nella 126° olimpiade (276-272 a.C.)
Morì a 80 anni tra il 196 e il 192 ad Alessandria d’Egitto; sembrerebbe che a seguito della perdita della vista si sia lasciato morire di fame.
Fu chiamato il ß (beta), il secondo, perchè sebbene fosse impegnato in molte discipline, mai in nessuna riuscì a distinguersi.
Abbiamo i frammenti e gli estratti dei suoi scritti, dai quali possiamo essere certi che Eratostene è il fondatore della cronologia storica.
Eratostene considera come prima data sicura della storia greca la caduta di Troia, fissata all’anno 1184 a.C..

Fonte: Di Brygos (potter, signed), Brygos Painter – Jastrow (2007), Pubblico dominio, https://commons.wikimedia.org/w/index.php?curid=1769007
Il metodo da lui inventato si basava sulla lista delle olimpiadi, e stabilì la numerazione degli anni all’interno di ogni olimpiade.
Questo perchè c’erano numerosi riferimenti letterari dei Giochi olimpici e per la loro caratteristica prettamente dell’età classica.
La palestra di Olimpia.
Fonti: Di User: Bgabel di wikivoyage shared, CC BY-SA 3.0, https://commons.wikimedia.org/w/index.php?curid=22678207Olimpia nell’antica Grecia.
Fonte: Public Domain, https://commons.wikimedia.org/w/index.php?curid=171684
Eratostene era conosciuto prima di tutto per i suoi studi e le sue opere di matematica e geografia matematica.
In matematica studiò il problema della duplicazione del cubo, cioè la costruzione di un cubo avente volume doppio rispetto a quello di un cubo di spigolo dato.
Esso costituisce, insieme alla quadratura del cerchio e alla trisezione dell’angolo, uno dei 3 problemi classici della geometria greca.
Tutti e 3 non sono risolvibili utilizzando solo riga e compasso.

A questo scopo inventò il mesolabio, uno strumento da cui si ricavano in modo meccanico le medie proporzionali fra due segmenti dati (nel cubo, i due segmenti corrispondono al lato del cubo e il suo doppio).
E’ composto di tre tavole rettangolari uguali, sulle quali è disegnata la diagonale.
Le tavole sono sistemate in modo che scorrano su una guida per sovrapporsi in parte tra di loro, calcolando meccanicamente le due medie richieste.

E’ a lui riconducibile un’invenzione aritmetica per la ricerca dei numeri primi, il “crivello di Eratostene”.
Il procedimento consiste nel cancellare i numeri pari, e dalla serie dei numeri dispari i multipli di 3, 5, 7, ecc.
I numeri dispari che rimangono sono evidentemente divisibili solo per sé stessi e per uno, cioè sono i numeri primi.

Archimede conobbe Eratostene durante il suo soggiorno ad Alessandria ed ebbe una corrispondenza epistolare.
E’ stato Eratostene a coniare il termine geografia come concetto di descrizione della Terra.
In geografia studiò il problema principale di quel tempo, ovvero la misurazione effettiva della grandezza della Terra; si interessò a distanze e grandezze terrestri, all’inclinazione dell’eclittica e alla lunghezza dei giorni.
Sosteneva che la terra fosse sferica, e riuscì a determinare la circonferenza del meridiano fissandolo a 46.250 km, sbagliando per eccesso di soli 6.200 km rispetto alla reale misura, un errore pari a circa 1/7.

Disegnò la carta del mondo, dimostrando che era possibile viaggiare, navigando verso ovest, dalla Spagna all’India.
La carta indicava l’ecumene, cioè la porzione di Terra conosciuta e abitata dall’uomo e prese atto che esisteva un’altra ecumene agli antipodi (in Estremo Oriente).
Era in possesso dei dati relativi ad alcune latitudini, ma gli mancavano le longitudini; sopperì a tale mancanza grazie alle informazioni dei navigatori e dei viaggiatori.
Tali dati però erano sempre più imprecisi e limitati quanto più i luoghi erano lontani dal Mediterraneo; il risultato fu un’immagine approssimata per i paesi del Mediterraneo, e assolutamente immaginaria per le regioni più a nord, più a sud e per l’Estremo Oriente.

Fonte: Di Bunbury, E.H. (1811-1895) / Eratosthenes? – Bunbury, E.H. (1811-1895), A History of Ancient Geography among the Greeks and Romans from the Earliest Ages till the Fall of the Roman Empire. London: John Murray, 1883.Digital original: http://www.henry-davis.com/MAPS/Ancient%20Web%20Pages/112.html, Pubblico dominio, https://commons.wikimedia.org/w/index.php?curid=2298975
La carta del mondo è stata molto usata nell’antichità sebbene fosse stata anche criticata, e ha rappresentato un notevole passo in avanti per l’evoluzione della scienza geografica dei Greci.
Conoscere gli studi geografici e i metodi matematici che ha ideato per far navigare e viaggiare le persone nell’antica cività del Mediterraneo più di 2000 anni fa, ci fa capire che non è stato un beta, un secondo: ha a tracciato un viaggio nel bacino del Mediterraneo che potremmo fare ancora noi oggi, partendo dalle coste di Spagna, Italia e Grecia passando per le coste di Egitto e Libia, arrivando fino alla Turchia e al Libano.
Un viaggio fatto di numeri, misure e…matematica!

Mia rielaborazione della fonte: Di Bunbury, E.H. (1811-1895) / Eratosthenes? – Bunbury, E.H. (1811-1895), A History of Ancient Geography among the Greeks and Romans from the Earliest Ages till the Fall of the Roman Empire. London: John Murray, 1883.Digital original: http://www.henry-davis.com/MAPS/Ancient%20Web%20Pages/112.html, Pubblico dominio, https://commons.wikimedia.org/w/index.php?curid=2298975
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