Archimede di Siracusa

Archimede di Siracusa, nato nel 287 a.C.

E’ considerato uno dei più grandi scienziati e matematici della storia.
In geometria fu in grado di calcolare la superficie e il volume della sfera.

Ha formulato il famosissimo principio: “Un corpo immerso in un fluido riceve una spinta verticale, dal basso verso l’alto, uguale per intensità al peso del volume del fluido spostato”.
Eureka! è l’esclamazione fatta da Archimede in occasione di questa scoperta: si racconta che sia arrivato a capire questo principio entrando nella vasca da bagno e notando che il livello dell’acqua era salito; il desiderio di condividere questa scoperta fu talmente grande che egli si mise a correre nudo per le vie di Siracusa.

Archimede corre nudo per le vie della città.
(disegno di Giammaria Mazzuchelli, 1737)
Fonte: Giammaria Mazzuchelli – www.ssplprints.com

Archimede ha inoltre scoperto e sfruttato i principi di funzionamento delle leve e il suo nome è associato a numerose macchine e dispositivi, come la “vite di Archimede” detta anche “vite senza fine”, macchina che serve per sollevare i liquidi.
E’ sua la celebre frase: “Datemi un punto d’appoggio e solleverò il mondo”.

Vista in sezione di una vite di Archimede azionata manualmente per il sollevamento dell’acqua.
Fonte: L’utente che ha caricato in origine il file è stato Ianmacm di Wikipedia in inglese – Trasferito da en.wikipedia su Commons., Pubblico dominio, https://commons.wikimedia.org/w/index.php?curid=2285256

Archimede godeva di grande stima a Siracusa ed era un riferimento per il re.
Non solo: intratteneva corrispondenza con i matematici di Alessandria d’Egitto ed era stimato anche tra i Romani.
Secondo la leggenda, durante il sacco di Siracusa per mano dei Romani nel 212 a.C., Marcello, il console della repubblica romana diede ordine di catturare Archimede vivo ma lo scienziato probabilmente è stato ucciso da un soldato romano che non lo ha riconosciuto. Marcello, che conosceva e apprezzava il valore del genio di Archimede, avrebbe voluto utilizzarlo al servizio della Repubblica; rimasto addolorato per la sua uccisione gli diede degna sepoltura.

La figura di Archimede affascinò i suoi contemporanei, le sue vicende biografiche sono un insieme di verità e leggenda ed è difficile riuscire a tracciare la sequenza degli eventi per come realmente si sono svolti.
Infatti il filosofo Plutarco racconta 3 diverse possibili versioni sulla morte di Archimede:

::::: un soldato romano avrebbe intimato ad Archimede di seguirlo da Marcello; al suo rifiuto il soldato lo ha ucciso;

::::: un soldato romano si sarebbe presentato da Archimede per ucciderlo e lui lo avrebbe pregato invano di lasciargli terminare la dimostrazione matematica nella quale era impegnato;

::::: dei soldati lo avrebbero incontrato mentre portava a Marcello alcuni strumenti scientifici in una cassetta, pensando che ci fosse dentro oro i soldati lo avrebbero ucciso per impadronirsene.

La morte di Archimede.
Fonte: Edouard Vimont (1846-1930) – http://www.abc-people.com/data/archimed/pic1.htm

La presunta tomba di Archimede si trova all’interno della necropoli Grotticelle, nella parte più settentrionale del parco archeologico della Neapolis di Siracusa.
Si riconosce perché ha un triangolo all’estremità.

La presunta tomba di Archimede sita in Siracusa all’interno della necropoli Grotticelle. Foto by Elix: elisapicchi.com

A parte questo triangolo non risulta incisa alcuna figura geometrica.
Ed è molto diversa da come è stata decritta dal questore romano della Sicilia, Cicerone, che colloca la tomba di Archimede a Siracusa ma alle Porte Agrigentine, dove oggi c’è la stazione ferroviaria della città.
Egli la descrive la posizione della tomba “fuori dalla porta sacra del Ciane”.
Il Ciane è uno dei 3 fiumi che bagna Siracusa e si trova a sud della città come le Porte Agrigentine.
Cicerone descrive la tomba come una struttura alla cui sommità era posta una sfera con un cilindro.
E rimase amareggiato nel sapere che nessuno dei contemporanei di Archimede avesse avuto la volontà di onorare la memoria di un grande uomo di scienza quale fu Archimede, scrivendo: “(…) così la nobilissima cittadinanza della Grecia, una volta veramente molto dotta, avrebbe ignorato il monumento del suo unico cittadino acutissimo (…)”.

Luoghi della presunta tomba di Archimede.
Fonte: Mappa creata con Google Maps

Questo però sembra in contrasto con quanto scritto da Plutarco, che sostiene che Marcello fece dare onorevole sepoltura allo scienziato.
E non vi sono riscontri oggettivi di quanto scritto da Cicerone.

In definita, nulla si è mai saputo e nulla si sa di dove sia la tomba di Archimede.
Questo approfondimento sui luoghi in cui Archimede è vissuto e dove sia sto sepolto dà la misura di quanto sia stato riconosciuto già in vita un grande scienziato e matematico.
Pensandoci bene, i suoi specchi ustori, da lui inventati più di 2000 anni fa, sono i predecessori dei pannelli fotovoltaici di oggi, che sfruttano i raggi del sole per produrre calore ed energia.

Gli specchi ustori di Archimede di Syrakousai (dipinto di Cherubino Cornienti del 1855).
Archimede potrebbe aver usato i suoi specchi in modo collettivo per riflettere la luce del sole per bruciare le navi della flotta romana durante l’assedio di Siracusa.
Di Cherubino Cornienti – Fonte, Pubblico dominio, https://commons.wikimedia.org/w/index.php?curid=40391490

Nel 1878 la città di Siracusa ha intitolato una piazza allo scienziato, al centro della piazza c’è una fontana che però è in onore di Diana, la dea romana della caccia.

Piazza Archimede, Siracusa.

Nel 2016 è stata costruita una statua in bronzo, sul ponte che unisce la città all’isola di Ortigia, parte più antica di Siracusa; il monumento ha inciso alla base le rappresentazioni di tutto quello che ha inventato e raffigura Archimede che guarda verso il mare e tiene in mano un piccolo specchio ustore.

La statua di Archimede di fronte al porto di Siracusa.
Foto by Elix: elisapicchi.com

Concludo con una considerazione personale su Archimede, egli forse è nato e vissuto in un periodo di grande splendore, circondato da molti uomini ingegnosi che hanno reso Siracusa la “più grande e la più bella città greca” come l’ha descritta Cicerone.


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